Materie del servizio
A chi è rivolto
Alle persone che non hanno adempiuto agli obblighi previsti dalla normativa in materia anagrafica, in particolare a chi non ha comunicato la variazione di residenza a seguito di immigrazione, emigrazione, cambio di abitazione e trasferimento all'estero.
Descrizione
L’obbligo di dichiarare la propria situazione anagrafica
La residenza anagrafica è definita dall’art.43 del c.c.: “Il domicilio di una persona è nel luogo in cui essa ha stabilito la sede principale dei suoi affari ed interessi. La residenza è nel luogo in cui la persona ha la dimora abituale” (Vedi anche l'art.2 della L. n.1228/1954 e l’art.3, c.1, del d.P.R n.223/1989). Pertanto ai sensi del codice civile e della normativa anagrafica, la residenza è il luogo di abituale dimora, cioè il luogo ove abitualmente si esplica la vita familiare e sociale (circ. Ministero dell’Interno n.21/2001).
Ne consegue che:
- le persone hanno l’obbligo di chiedere l’iscrizione anagrafica nel Comune di residenza/dimora abituale (art.2 L. n.1228/1954);
- l’ufficiale di anagrafe ordina gli accertamenti necessari ad appurare la verità dei fatti e dispone indagini per accertare le contravvenzioni alle disposizioni di legge in materia anagrafica (art.4, L. n.1228/1954).
La residenza anagrafica o dimora abituale comporta la registrazione presso l'ufficio anagrafe del comune presso cui si desidera stabilire la propria dimora, tale dichiarazione deve essere presentata entro 20 giorni dall'avvenuto trasferimento.
Nessun cittadino può evitare di essere iscritto in anagrafe: normalmente la stabile dimora coincide con l’abitazione principale, quindi col luogo ove abitualmente la persona mangia, dorme, invita gli amici, ecc.
Anche i senza fissa dimora, perché senza casa o perché svolgono un mestiere itinerante, individueranno un Comune di riferimento, dove abitualmente gravita la loro esistenza, dove hanno il domicilio fiscale, o dove qualche associazione ritira la posta e fornisce qualche servizio.
Infine, se proprio nessun luogo può essere individuato per poter iscrivere la persona, questa verrà iscritta nel Comune di nascita.
Gli stranieri regolarmente soggiornanti, sia comunitari che non comunitari, sono sottoposti allo stesso obbligo, ma chiaramente non è applicabile il principio dell’iscrizione presso il Comune di nascita, se sono nati all’estero e non si riesce ad individuare alcun Comune dove iscriverli, caso peraltro più ipotetico che concreto. Anche in questi casi, comunque, il Legislatore ha previsto la soluzione, stabilendo che, se il Comune di nascita è estero, si può individuare quello di nascita di un ascendente, se nato in Italia, altrimenti si ricorre ad un apposito registro gestito dal Ministero dell’Interno, come disposto dall’art. 2 penultimo comma della Legge anagrafica: “Per i nati all'estero si considera Comune di residenza quello di nascita, del padre o, in mancanza, quello della madre. Per tutti gli altri, soggetti all'obbligo della residenza, ai quali non possano applicarsi i criteri sopraindicati, è istituito apposito registro presso il Ministero dell'interno.”.
L'obbligo di iscrizione all'A.I.R.E.
L'obbligo di iscrizione anagrafica esiste anche per gli italiani che risiedono all'estero, in tali casi l'iscrizione è nell'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero (A.I.R.E.): art.6 della L. n.470/1988 "1. I cittadini italiani che trasferiscono la loro residenza da un comune italiano all'estero devono farne dichiarazione all'ufficio consolare della circoscrizione di immigrazione entro novanta giorni dalla immigrazione. ... - 3. I cittadini italiani residenti all'estero che cambiano la residenza o l'abitazione devono farne dichiarazione entro novanta giorni all'ufficio consolare nella cui circoscrizione si trova la nuova residenza o la nuova abitazione. - 4. Le dichiarazioni rese dagli interessati devono specificare i componenti della famiglia di cittadinanza italiana ai quali la dichiarazione stessa si riferisce e sono accompagnate da documentazione comprovante la residenza nella circoscrizione consolare. ...".
Chi deve fare le dichiarazioni anagrafiche
I soggetti chiamati all’obbligo delle dichiaraizoni anagrafiche, sono definiti dall’art. 2 della L. n.1228/1954 anagrafica: “E' fatto obbligo ad ognuno di chiedere per sè e per le persone sulle quali esercita la patria potestà o la tutela, la iscrizione nell'anagrafe del Comune di dimora abituale e di dichiarare alla stessa i fatti determinanti mutazione di posizioni anagrafiche, a norma del regolamento, fermo restando, agli effetti dell'articolo 44 del Codice civile, l'obbligo di denuncia del trasferimento anche all'anagrafe del Comune di precedente residenza.” (Oggi non si parla più di "patria potestà" ma di “responsabilità genitoriale” ma il senso è lo stesso), e dall’art. 6 del Rdel d.P.R. n.223/1989: “Responsabili delle dichiarazioni anagrafiche 1. Ciascun componente della famiglia è responsabile per sè e per le persone sulle quali esercita la potestà o la tutela delle dichiarazioni anagrafiche di cui all'art. 13. Ciascun componente può rendere inoltre le dichiarazioni relative alle mutazioni delle posizioni degli altri componenti della famiglia. 2. Agli effetti degli stessi adempimenti la convivenza ha un suo responsabile da individuare nella persona che normalmente dirige la convivenza stessa.”
mentre l’art. 13 dello stesso Regolamento definisce gli oggetti delle dichiarazioni: “1. Le dichiarazioni anagrafiche da rendersi dai responsabili di cui all'art. 6 del presente regolamento concernono i seguenti fatti:
- trasferimento di residenza da altro comune o dall'estero ovvero trasferimento di residenza all'estero;
- costituzione di nuova famiglia o di nuova convivenza, ovvero mutamenti intervenuti nella composizione della famiglia o della convivenza;
- cambiamento di abitazione;
- cambiamento dell'intestatario della scheda di famiglia o del responsabile della convivenza;
Persone escluse dalla sanzione
Sono escluse dalle sanzioni anagrafiche:
- il personale diplomatico dei paesi stranieri;
- le categorie di cui all’art.10-bis del d.P.R. n.223/1989 (militari, detenuti in attesa di giudizio, ricoverati in luoghi di cura).
L’esclusione riguarda solo la mutazione (ovvero il cambio di abitazione nel comune o tra comuni) ma non l’iscrizione (ovvero la residenza per provenienza dall'estero o a seguito di cancellaizone per irreperibilità anagrafica o per altri motivi).
Relativamente all’AIRE sono esclusi dalla sanzione:
- gli italiani che si recano all’estero per periodi non superiori a 12 mesi;
- i cittadini che si recano all’estero per lavori stagionali;
- i dipendenti di ruolo dello Stato in servizio all’estero e le persone con esse conviventi;
- i militari italiani in servizio presso strutture della NATO.
Ambito di applicazione delle sanzioni
Le sanzioni si applicano a chi contravviene agli obblighi della normativa anagrafica, in particolare a quanto previsto dall’art.13 del d.P.R. n.223/1989 e dall’art.2 della L. n. 470/1988.
D.P.R. n.223/1989, art.13: "1. Le dichiarazioni anagrafiche da rendersi dai responsabili di cui all'art. 6 del presente regolamento concernono i seguenti fatti:
a) trasferimento di residenza da altro comune o dall'estero ovvero trasferimento di residenza all'estero;
b) costituzione di nuova famiglia o di nuova convivenza, ovvero mutamenti intervenuti nella composizione della famiglia o della convivenza;
c) cambiamento di abitazione;
d) cambiamento dell'intestatario della scheda di famiglia o del responsabile della convivenza;
L. n. 470/1998, art.2: "
L'iscrizione nelle anagrafi degli italiani residenti all'estero viene effettuata:
a) per trasferimento della residenza da un comune italiano all'estero, dichiarato o accertato a norma del regolamento di esecuzione della legge 24 dicembre 1954, n. 1228, sull'ordinamento delle anagrafi della popolazione residente, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 31 gennaio 1958, n. 136, e successive modificazioni;
b) per trasferimento dall'AIRE di altro comune o dall'anagrafe di cui al comma 4 dell'articolo 1, quando l'interessato ne faccia domanda, avendo membri del proprio nucleo familiare iscritti nell'AIRE o nell'anagrafe della popolazione residente del comune;
c) a seguito della registrazione dell'atto di nascita pervenuto ai sensi degli articoli 51 e 52 del regio decreto 9 luglio 1939, n. 1238, e dell'articolo 73, ultimo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 200;
d) per acquisizione della cittadinanza italiana da parte di persona residente all'estero;
e) per esistenza di cittadino all'estero giudizialmente dichiarata. ".
Le disposizioni devono essere applicate alla luce dei principi e disposizioni in materia di procedimento e documentazione amministrativa (L. n .241/1990 e d.P.R. n. 445/2000), di conseguenza le sanzioni non si applicano in tutti i casi in cui le variazioni anagrafiche (iscrizioni e mutazioni) devono essere effettuate:
- su comunicazioni di altri pubblici ufficiali (stato civile, tribunali, questure, ecc.);
- su acquisizione d’ufficio.
Pertanto non sono soggette a sanzione l’omissione delle seguenti dichiarazioni:
- nascita, matrimonio, morte e tutti i dati registrati dallo stato civile;
- cambiamenti di intestatari della scheda di famiglia;
- riunione di stato di famiglia a seguito della nascita;
- provvedimenti dell’autorità giudiziaria, delle questure e delle prefetture;
- professione e titolo di studio.
Riassumendo. le sanzioni trovano applicazione nei casi di omessa dichiarazione, da parte sia dei cittadini italiani che dei cittadini stranieri, nelle seguenti casistiche:
- trasferimento di residenza da altro comune;
- cambio di abitazione nello stesso comune;
- costituzione di nuova famiglia e mutamenti intervenuti nella composizione della famiglia;
- costituzione di nuova convivenza e mutamenti intervenuti nella composizione della convivenza;
- trasferimento di residenza dall’estero;
- trasferimento della residenza all’estero.
Il procedimento sanzionatorio
Poiché le sanzioni anagrafiche sono determinate da omissioni o ritardi delle dichiarazioni degli interessati, diventa fondamentale stabilire quale sia il termine da cui decorre l’omissione o ritardo.
L. n.1228/1954, art.5: “L’Ufficiale d’anagrafe che sia venuto a conoscenza di fatti che comportino l’istituzione o la mutazione di posizioni anagrafiche, per i quali non siano state rese le prescritte dichiarazioni, deve invitare gli interessati a renderle. In caso di mancata dichiarazione, l’ufficiale d’anagrafe provvede d’ufficio, notificando all’interessato il provvedimento stesso”.
Le sanzioni pertanto si applicano:
- in caso di omessa o tardiva dichiarazione anagrafica ai sensi della normativa anagrafica e AIRE;
- con le modalità previste dalla L. n.689/1981.
Pertanto l’ufficiale d’anagrafe dovrà coordinare e applicare congiuntamente le due diverse normative.
L’ufficiale d’anagrafe che, a seguito di segnalazione da parte di chiunque (soggetto sia pubblico che privato) viene a conoscenza del possibile trasferimento di residenza nel comune di propria competenza di una persona che non ha reso la dichiarazione anagrafica, deve disporre gli accertamenti necessari per verificare la fondatezza della segnalazione, ovvero accertare la violazione anagrafica: d.P.R. n.223/1989, art.15 "Accertamenti di ufficio in caso di omessa dichiarazione delle parti 1. Qualora l'ufficiale di anagrafe accerti, a seguito delle indagini di cui all'art. 4 della legge 24 dicembre 1954, n. 1228, che non siano state rese, per fatti che comportino l'istituzione o la mutazione di posizioni anagrafiche, le prescritte dichiarazioni di cui all'art. 13 del presente regolamento, deve invitare gli interessati a renderle.".
La segnalazione, per quanto circostanziata, non è sufficiente a dimostrare l’omissione della dichiarazione anagrafica, pertanto il fatto deve essere preliminarmente essere accertato, in quanto deve sempre essere tenuto in debita considerazione che la dimora abituale non è determinata dal solo elemento oggettivo, e prima di poter stabilire che vi sia una violazione delle nome anagrafiche occorre tenere nella dovuta considerazione anche l’elemento soggettivo.
L’accertamento preliminare non necessità della comunicazione di avvio del procedimento, che dovrà essere inviato obbligatoriamente una volta che sia stata accertata la fondatezza della segnalazione.
Nella comunicazione di avvio del procedimento (art.7 della L. n.241/1990 e art. 3-bis del d.P.R. n.223/1989), inviata a tutti coloro che sono soggetti all’obbligo di rendere la dichiarazione anagrafica, deve essere indicato:
- l’invito a rendere la dichiarazione anagrafica entro 20 giorni (o entro 90 giorni in caso di espatrio) successivi al ricevimento della comunicazione;
- il richiamo alle sanzioni amministrative, riportando il minimo e il massino;
- la facoltà per il sanzionato di avvalersi del pagamento in misura ridotta ai sensi dell’art.16 della L. n.689/1981.
La comunicazione di avvio del procedimento dovrà essere inviata tramite PEC o, in mancanza di questa, tramite raccomandata r/r.
Se il cittadino adempierà a quanto richiesto entro 20 giorni (o entro 90 giorni in caso di espatrio) dal ricevimento della comunicazione, non dovrà essere applicata alcuna sanzione.
Nel caso in cui la persona non effettui le dichiaraizoni anagrafiche richieste, o lofaccia oltre i termini di legge, l'ufficiale d'anagrafe dovrà disporre il verbale di accertamento e contestazione della violazione per la mancata o tardata dichiarazione, che deve essere inoltrato a tutti i responsabili singoli o in concorso tra di loro, e deve essere notificato entro 90 giorni dall’accertamento della violazione.
Trasferimento di residenza dall’estero
I cittadini coinvolti sono sia gli italiani iscritti e non iscritti all’AIRE, i cittadini comunitari e stranieri.
La competenza è dell’ufficiale di anagrafe del comune di nuova residenza, senza alcun coinvolgimento dei consolati italiani all’estero.
Il procedimento è quello prima descritto, ma gli importi raddoppiano (sanzione ridotta di Euro 333,33, e sanzione intera non meno di Euro 333,34 fino ad Euro 1.000,00).
Trasferimento di residenza all’estero di cittadino italiano
E’ coinvolto il consolato italiano all’estero, in quanto nessun iscrizione AIRE può essere disposta senza comunicazione al Comune da parte del consolato italiano all'estero.
L’interessato ha l’obbligo di rendere la dichiarazione:
- al comune di emigrazione al momento del trasferimento all’estero (facoltativa);
- al consolato italiano entro 90 giorni (obbligatoria).
Nel primo caso:
- l’ufficiale d’anagrafe registra la dichiarazione e aspetta la comunicazione del consolato, lasciando nel frattempo iscritto il dichiarante in anagrafe;
- invia la comunicazione di avvio del procedimento di cancellazione dall’anagrafe ed iscrizione AIRE, a condizione che l’interessato si presenti entro 90 giorni dalla dichiarazione al consolato italiano per la richiesta di iscrizione all’AIRE, avvisando che: qualora non giungesse al Comune la comunicazione del consolato entro un anno dalla data della dichiarazione di emigrazione resa al comune, verrà adottato un provvedimento di cancellazione per irreperibilità; qualora l’interessato non presenti la richiesta di iscrizione all’AIRE al consolato italiano entro 90 giorni dalla dichiarazione resa in Comune, verrà applicata la sanzione amministrativa, nella misura ridotta nel caso in cui la sanzione venisse pagata entro 60 giorni dalla notifica del verbale di accertamento e contestazione della violazione, nella misura intera nel caso in cui non venga pagata entro tale termine.
Pertanto:
- la violazione dell’obbligo anagrafico è accertata dal consolato italiano;
- il verbale di accertamento e contestazione della violazione viene redato e sottoscritto dall’ufficiale di anagrafe;
- i termini per la violazione delle norme anagrafiche dovranno essere calcolati in riferimento alla data di presentazione della dichiarazione resa al consolato, rispetto alla data della dichiarazione resa al comune.
Nel secondo caso l’ufficiale d’anagrafe non è a conoscenza che il cittadino italiano si è trasferito all’estero, e l'accertamento della violazione avverrà tramite la comunicazione da parte del consolato della data di arrivo del cittadino nella circoscrizione consolare, e nel caso in cui la data di arrivo nella circoscrizione consolare sia superiore ai 90 giorni rispetto alla richiesta di iscrizione AIRE, la sanzione andrà applicata.
Pertanto:
- la violazione dell’obbligo anagrafico è accertata dal consolato italiano;
- il verbale di accertamento e contestazione della violazione viene redato e sottoscritto dall’ufficiale di anagrafe;
- i termini per la violazione delle norme anagrafiche dovranno essere calcolati in riferimento alla data di presentazione della dichiarazione resa al consolato, rispetto alla data di arrivo nella cricoscrizione consolare.
Questo potrebbe essere inoltre l’unico caso in cui può concretizzarsi l’ipotesi di sanzione minima (vedi oltre) pari ad Euro 20,00, a condizione che il consolato dichiari per iscritto che “la violazione non sia già stata constatata e comunque non siano iniziate attività amministrative di accertamento delle quali l’autore della violazione abbia avuto formale conoscenza”.
Trasferimento di residenza all’estero di cittadino straniero
Il trasferimento all’estero del cittadino straniero deve essere comunicato all’ufficiale d’anagrafe dal diretto interessato, pertanto di norma non vi sono le condizioni per l’applicazione della sanzione.
Potrebbe presentarsi il caso in cui un cittadino straniero, a seguito di segnalazioni attendibili, risulti avere trasferito la sua residenza all’estero, non sia irreperibile (ovvero sia conosciuto il suo indirizzo all'estero) e si rifiuti di presentare la dichiarazione di emigrazione all’estero.
In questo caso il procedimento si avvia con l’invito a presentare la dichiarazione che, se non accolta o accolta oltre i termini di avvio del procedimento (90 giorni per l’emigrazione all’estero), dovrà essere comminata la relativa sanzione.
Non comporta l’applicazione della sanzione:
- la cancellazione di cittadini stranieri per scadenza e mancato rinnovo del permesso di soggiorno;
- la cancellazione di cittadini comunitari per allontanamento dall’Italia su provvedimento del Prefetto o del Ministero dell’Interno.
- la cancellazione di cittadini stranieri con decreto di espulsione del Ministero dell'Interno
Cancellazione per irreperibilità
Una volta accertata l’assenza dalla residenza anagrafica e qualora non fosse conosciuta altra domiciliazione, nell’avvio di procedimento di irreperibilità dovrà essere inserito l’avviso che, qualora l’interessato non presenti dichiarazione di residenza nel nuovo logo di dimora abituale, verrà comminata la sanzione.
La competenza dell’applicazione della sanzione sarà dell’ufficiale d’anagrafe del comune che adotta il provvedimento di cancellazione per rreperibilità.
Il verbale di accertamento e contestazione della sanzione dovrà essere emanato dopo che la persona sarà stata cancellata per irreperibilità, con i tempi ed importi previsti per la violazione delle sanzioni per variazioni in Italia.
In caso di ricomparsa da irreperibilità, dovrà essere nuovamente notificata l’ordinanza di ingiunzione al pagamento al nuovo indirizzo dell'interessato, con gli importi inerenti la fattispecie che si è venuta a realizzare (iscrizione in nuovo comune o cambio di abitazione, oppure emigrazione all’estero).
La sanzione per la stessa violazione non può essere comminata due o più volte, ma l’interessato potrebbe commettere due diverse violazioni anagrafiche entrambe sanzionabili:
- per mancata dichiarazione che comporta la cancellazione per irreperibilità, di competenza del comune di cancellazione;
- per omissione della dichiarazione di ricomparsa a seguito di formale invito a rendere tale dichiarazione (sanzione di competenza del comune di ricomparsa).
Come fare
Per comunicaizoni inerenti le sanzioni anagrafiche, è necessario rivolgersi all' ufficio Anagrafe o allo Sportello Polifunzionale del Comune di Bollate
Cosa serve
Per poter inviare comunicaizoni o documentazione al soggetto incaricato di emettere l'ordinanza di ingiunzione al pagamento, è necessario aver ricevuto il verbale di accertamento e constatazione della violazione anagrafica da parte dell'ufficiale di anagrafe
Cosa si ottiene
La possibilità che la sanzione anagrafica non sia emessa o venga in parte rivista o annullata
Tempi e scadenze
L’interessato ha tempo 30 giorni dalla notifica del verbale di accertamento e contestazione, per far pervenire al soggetto incaricato dell’adozione dell’ordinanza di ingiunzione al pagamento, eventuali memorie difensive e documentazione al riguardo.
Condizioni di servizio
Contatti
Unità organizzativa Responsabile
Più informazioni su
Ricorsi
E’ obbligatorio indicare il termine e l’autorità a cui è possibile ricorrere in tutti i provvedimenti amministrativi (art.3, c.4. L. n.241/1990).
L’autorità a cui è possibile presentare ricorso contro una sanzione anagrafica dipende dall’oggetto del ricorso.
Qualora il ricorso riguardi l’oggetto della sanzione, ovvero sia contestata la violazione della normativa anagrafica, le autorità competenti sono:
- il Prefetto per il ricorso amministrativo, con termine di 30 giorni dalla data di notifica del provvedimento;
- il Tribunale civile per il ricorso giurisdizionale, nei termini previsti dalla legge.
Qualora il ricorso riguardasse l’importo della sanzione, o comunque contro la regolarità del provvedimento sanzionatorio, senza contestare la violazione della normativa anagrafica, l’autorità competente è il TAR, con termine entro 60 giorni dalla notifica della sanzione.
Ultimo aggiornamento: 21 marzo 2025, 12:46